CONSTANTIN BRANCUSI



Constantin Brancusi, (Romania 19 febbraio 1876 Parigi, 16 marzo 1957) è stato uno scultore romeno.

Dopo studi di scultura all'Accademia di Bucarest ha lavorato a Vienna e Monaco (1899-1904) per trasferirsi poi a Parigi, dove frequenta gli studi di Antonin Mercié e di Rodin. Nel 1908 strinse amicizia con Modigliani, Satie e Duchamp; nel 1913 espose tre sculture alla mostra dell'Armony Show di New York. Dal 1914 al 1918 crea una serie di sculture in legno che testimoniano il suo interesse per il primitivismo.

Dopo la prima guerra mondiale accentua nelle sue opere il gusto per l'astrazione, alla ricerca della forma-tipo, della forma genitrice. Nel 1926, al suo secondo sbarco negli Stati Uniti, è protagonista di un curioso caso giudiziario legato all'esportazione di una sua opera d'arte astratta: l'evento diventa noto con il nome di "Caso Brâncuşi".
Nel 1937 torna in Romania, dove esegue sculture per il giardino pubblico di Târgu Jiu, e va in India, dove progetta un tempio della meditazione per il maragià di Indore. Tra i suoi allievi si può annoverare Isamu Noguchi.
Fra le altre opere dell’artista ricordiamo Il bacio, Una musa, Timidezza, Adamo ed Eva, Socrate e La colonna senza fine che è stata realizzata per ricordare il sacrificio dei giovani romeni morti durante la prima guerra mondiale combattendo contro la Germania fra gli Stati dell’Intesa



 
 

 



    




  

8 commenti:

  1. Grazie per questo approfondimento e la bellissima scelta delle foto!

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  2. The father of modern Sculpture, beautiful!

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  3. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  4. ho sempre amato Brancusi, grande spirito illuminato, legato alla tradizione della sua terra, eppure così astratto e "avanti" rispetto al suo tempo, così attuale anche oggi! Il suo studio ricostruito accanto al Beaubourg a Parigi da solo merita il viaggio!!

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  5. a tela é muito rápida, preciso do banco para sentar e contemplar, não importa quantas vezes precise levantar! mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm

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